Le regole sono fatte per essere eluse
Annullato concorso al Comune di Ceglie Messapica (Brindisi) per irregolarità durante lo svolgimento della prima prova.
Di Antonio Serio
La speranza è l'ultima a morire. E' sempre questo il pensiero che ci costringe testardamente a provarci, a non rassegnarci, a credere che prima o poi andrà per il meglio e che tutto non sia già stato deciso. E' questa l'idea che si insinua quando compri i testi per studiare, spedisci le domande compilandole con dati personali e li sottoscrivi con la tua firma, perchè la firma rappresenta un'identità custode di speranze.Perchè l'identità non è un numero.
Perchè vuoi continuare a credere che il tempo che stai impiegando, comunque non è perso, a credere e a dire che se pure è una lotteria, comunque, forse la si può fare.
Per queste ragioni abbiamo partecipato all'ennesimo concorso pubblico e ci siamo trovati la mattina del 10 novembre presso una sala dell'Hotel "Tre Trulli" in Ceglie Messapica gremita di concorrenti per un posto da istruttore contabile categoria C. Dopo aver espletato le fasi di riconoscimento dei canditati, dopo che ci sono stati consegnati i materiali timbrati con il sigillo del Comune, era intenzione quella di iniziare la prova. Eravamo duecento, uno o una su duecento, con l'auspicio che almemo, così come recita la Costituzione, attraverso una procedura concorsuale quell'uno o quell'una sarebbe stato o stata, il o la migliore.
Previamente sono state date tutte le dovute raccomandazioni sui tempi delle prove, sulla impossibilità a consultare i manuali e i testi di legge, anche non commentati, e le modalità di uscita dall'aula del concorso. Sarebbe stato possibile allontanarsi per andare in bagno solo dopo un'ora dall'inizio.
Dopo la prima fase di spiegazioni alle due ale contigue della sala, si è provveduto al sorteggio della prima prova, costituita da cinque quesiti a risposta aperta, posti in tre buste distinte e sigillate.
Dopo la scelta e la lettura dei quesiti scelti è successo l'irreparabile: tre concorrenti si sono allontanati immediatamente dall'aula.
Nel momento nel quale sono rientrati nella sala, uno dei candati ha chiesto il loro allontanamento per una palese trasgressione nei confronti delle regole pure ribadite precedentemente. Si sono alzati i malumori tra la gente oltraggiata e contrariata per quanto successo, mentre la commissione cercava di minimizzare l'accaduto, con l'intenzione di procedere ugualmente ad eseguire il concorso. E' stata quindi richiesta la verbalizzazione dei fatti alla presenza dei vigili urbani e ad un primo rifiuto, una candidata ha riacceso il cellulare (precedentemente spento e lasciato in vista sul tavolo per il concorso!) e ha chiamato i carabinieri.
La levata di scudi nei confronti di un'azione visibilmente irregolare, ha fatto prender alla presidententessa del concorso la decisione di annullare la prima prova e di far riunire la commissione per stilare altre tre prove nuove, con le identiche modatità della precedente. Durante la loro assenza, è stato redatto e sottoscritto un verbale da una parte dei candidati, ove si spiegava l'accaduto. Sono successivamente arrivati i carabinieri, i quali hanno chiesto le spiegazioni sulla situazione e concertando con i vigili urbani e quanti reclemassero l'irregolarità del concorso, hanno redatto un loro verbale, prendendo, talatro, solo i nominativi di coloro i quali avevano palesato le rimostranze nei confronti della procedura.
Alla fine è rientrata la presidentessa della commissione ed ha spiegato, che a causa del fatto che molti candidati si erano allontanati, e che soprattutto all'interno della sala non c'era più serenità per il proseguio del concorso, si era deciso di annullare quella prova e rimadarla a data da destinarsi, tacciando la necessità di rispettare il principio di trasparenza in una buona amministrazione.
Facciamo parte di quella parte di non eletti che si chiama pubblico e che è stanca di subire.
Il pubblico, tra chi crede che attraverso il consenso o il dissenso si può indirizzare questo Paese verso il meglio. Credo nella buona fede di tutti i presenti in quella sala, di coloro che facevano parte della commissione, e pure di chi è uscito. Tuttavia l'esasperazione e la tensione giustamente lievitano di fronte pure ad un solo dubbio, portando alla delegittimazione di qualsiasi tipo di autorità o istituzione nel momento nel quale non si fanno rispettare le regole.
In verità la discrezionalità giustificata dal" volemose bene" oppure dal fatidico "c'ho famiglia", molto spesso ci porta a soprassedere, a chiudere gli occhi, dando adito alla rabbia di coloro i quali rispettano pedissequamente le regole, eluse da chi, poi, ha pure la legittimazione culturale a sbeffeggiare i benintenzionati. Perchè qualche volta i benintenzionati divengon maldisposti.
Sarà che siamo antropologicamente individualisti e ce ne fottiamo delle regole e con un eufemismo ci definiremmo volentieri Magno greci e con un dispregiativo faremmo a meno sentirci etichettare come terroni?
Sarà che siamo antropologicamente individualisti e ce ne fottiamo delle regole e con un eufemismo ci definiremmo volentieri Magno greci e con un dispregiativo faremmo a meno sentirci etichettare come terroni?
Non è possibile assolutamente soprassedre da parte di chi rappresenta lo Stato e chi quel rispetto assoluto lo pretende attraverso leggi, regolamenti e bandi di concorso. Perchè il funzionamento di una macchina amministrativa non può avere già al principio, delle procedure dubbiose ove trova la legittimazione al suo mal funzionamento.
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